Sono passati 26 anni da quando l’amianto è stato messo al bando, tuttavia l’Italia è ancora piena di questo killer silenzioso.
Per moltissimo tempo questo materiale è stato utilizzato per coperture e infrastrutture, senza sapere che si stava riempiendo il nostro territorio di “bombe inesplose”.
Quelle bombe che oggi, sgretolandosi, causano dai 3.000 ai 6.000 morti l’anno.
La legge 257 del 1992
Finalmente, nel 1992, dopo aver preso coscienza dell’errore commesso, è stata emanata la legge 257 del ’92, dove l’amianto veniva finalmente messo al bando.
Tuttavia tale legge nella maggior parte dei casi è rimasta solamente su carta.
I PRA (piani regionali amianto) dovevano entrare in vigore dopo 180 giorni dall’ingresso in vigore della legge.
Questo soltanto in teoria, perché nella pratica non è stato così.
Numeri agghiaccianti
È incredibile come, ancora oggi, i numeri relativi all’amianto siano così elevati, agghiaccianti:
- Sono stimate tra i 32.000.000 e i 40.000.000 le tonnellate di manufatti in amianto diffusi sul territorio italiano;
- 75.000 sono gli ettari riconosciuti contaminati;
- Tra l’1 e i 2,5 miliardi sono i metri quadri di coperture su edifici pubblici e privati;
- 370mila strutture che contengono amianto, di cui: 20.296 siti industriali, 50.744 edifici pubblici e 214.469 privati;
- Tra il 1993 e il 2012 (anni in cui doveva essere già in vigore la legge 257) si contarono 21.463 casi di mesotelioma, tumore maligno principalmente riconducibile a questo materiale. Molti di essi vivevano o lavoravano in strutture con coperture in amianto;
- Tra il 2015 ed il 2016 i casi di mesotelioma sono stati 3.700.
Basta amianto
Il problema principale sono i costi elevati legati allo smaltimento.
Per questo la via migliore che era stata pensata fu quella di un extra-incentivo che univa la bonifica delle coperture con l’installazione di impianti fotovoltaici.
Tale incentivo è stata la misura più efficace mai utilizzata.
In questo modo sono stati bonificati più di 20 milioni di metri quadri di amianto.
Tuttavia gli extra-incentivi a un certo punto vennero bloccati o comunque decisamente smorzati.
Si possono trovare online delle petizioni recentissime che avevano lo scopo di farli riattivare o migliorarli, per proseguire nel lavoro di bonifica.
Situazione attuale e come fare per bonificare
Fortunatamente, anche nella Legge di Bilancio del 2019 si è parlato di amianto.
È doveroso specificare che non si è affrontato soltanto il tema della bonifica, ma anche altri aspetti come, ad esempio, gli aiuti ai lavoratori esposti a questo materiale.
Per quanto riguarda la bonifica, è stato istituito un credito d’imposta che interessa il 65% di quanto speso per l’intervento.
Per ottenerlo occorre presentare un progetto che può riguardare diversi interventi (ad esempio la diretta bonifica sì, ma anche aspetti potenzialmente correlati come la ristrutturazione di aree verdi attrezzate).
Il credito eventualmente ottenuto viene ripartito in tre quote annuali (tutte e tre di importo uguale) e può essere utilizzato anche in compensazione attraverso gli F24.
Tuttavia si tratta di un problema serio e occorre continuare a lavorare sia a livello di sensibilizzazione, sia a livello di incentivo per supportare quanto più possibile l’esecuzione di queste costose operazioni di bonifica.
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