La Pasqua (o “Sa Pasca Manna”, in Sardegna) è una tradizione molto importante in generale per il Cristianesimo (non soltanto in realtà), probabilmente la festività più solenne e significativa dalla prospettiva del religioso.
In Sardegna la sua importanza è forte, non solo dal punto di vista del culto, ma anche da quello simbolico e da quello turistico.
In quest’articolo quindi cercheremo di parlare in modo approfondito della Pasqua in Sardegna.
Premessa Generale – Cos’è la Pasqua
Una doverosa introduzione sul significato della Pasqua.
Si tratta di un evento cruciale per il mondo Cristiano, ovvero la celebrazione della risurrezione di Gesù, momento decisivo da un punto di vista teoretico, ma che significa anche speranza per il fedele da un punto di vista psicologico.
La resurrezione di Gesù, secondo le fonti cristiane, sarebbe avvenuta dopo tre giorni dalla sua morte per crocifissione.
La Pasqua viene festeggiata ogni anno in una data differente poiché dipende, per così dire, “dalla luna”.
Questa decisione fu presa tantissimo tempo fa, durante il concilio di Nicea del 325, quando scelsero di far coincidere la Pasqua con la prima domenica successiva alla prima luna piena di primavera.
NB: va conteggiato il plenilunio successivo all’equinozio, non eventuali lune piene avvenute durante.
Quindi la festività pasquale capita ogni anno in una data compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile.
La Pasqua in Sardegna
In Sardegna la Pasqua ha permesso nel tempo (parliamo di secoli) di far emergere numerosi eventi e rituali.
Un mix di secolari tradizioni di origine spagnola sono fuse con le antichissime tradizioni locali.
A ben vedere si tratta di un intero periodo in cui folklore e fede danno vita a tante manifestazioni.
In generale parliamo di alcune settimane nelle quali vengono rappresentati diversi episodi cruciali della vita di Cristo fino al momento della resurrezione.
La Settimana Santa è quella più significativa e densa di eventi.
Vediamo i più importanti.
Domenica delle Palme
Questo è un evento dell’intero cristianesimo, che tuttavia ha le sue specifiche modalità nella tradizione sarda.
Viene fatto la domenica precedente a quella di Pasqua e serve a rappresentare l’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme (secondo i testi venne accolto da una folla entusiasta che per salutarlo agitava dei rami di palma).
Comunemente le persone vanno in chiesa con delle foglie di palma intrecciate che vengono “benedette”, ma in alcune località della Sardegna si fanno delle vere proprie processioni delle Palme (Sas Prammas).
Sono a tutti gli effetti degli eventi suggestivi e scenografici.
Questo rituale è molto caratteristico a Desulo, dove le donne sfilano con le palme indossando dei vestiti tradizionali molto colorati.
I vestiti di quest’occasione, tra l’altro, sono molto curati e sono considerati tra i più belli della tradizione sarda.
In alcuni paesi sono le confraternite stesse a intrecciare le palme, benedirle insieme agli ulivi e regalarli alla popolazione e agli enti più importanti.
Sos Sepurcros (I Sepolcri)
La base di questo rituale riguarda l’allestimento delle chiese, dove gli altari vengono decorati, solitamente con fiori, rami e soprattutto germogli di grano.
Tra le decorazioni in realtà meritano qualche riga speciale i nenneros (o nenniris), dei piatti nei quali, al buio, vengono fatti germogliare dei chicchi, fino a formare dei ciuffi d’erba. Delle vere e proprie piantine decorative molto caratteristiche.
Queste chiese verranno poi visitate in processione dalle confraternite (corfajos) ma restano aperte per tutto il periodo e solitamente molte persone del posto, così come turisti, vanno a visitarle.
La Processione dei Misteri
Questa non è una manifestazione esclusiva della Sardegna, in quanto si può trovare in altre regioni italiane e in Spagna.
Tuttavia, merita di essere riportata in quanto in molte località sarde ha una notevole importanza all’interno degli eventi della settimana santa.
I misteri del nome sono vari momenti della passione di Cristo rappresentati da diverse statue o gruppi di statue che vengono portati in processione.
Si parla di mistero della Pasqua riferendosi alla passione, alla morte, alla resurrezione e all’ascesa nel Regno dei Cieli da parte del figlio di Dio.
La processione dei misteri si riferisce a questi momenti e di solito sono 7 simulacri che vengono portati in 7 chiese.
Può essere molto suggestiva anche per i costumi e i suoni utilizzati.
S’Incravamentu e S’Iscravamentu
La splendida e sottile distinzione terminologica sta a significare il posizionamento della croce (“inchiodamento”) e la successiva deposizione (lo “schiodamento”).
Premesso che in ogni zona la precisa esecuzione può avere delle variazioni, nella fase de S’Incravamentu viene sistemata (in chiesa, nell’area in cui è situato l’altare, ovvero il presbiterio, il perimetro riservato al clero) una grande croce.
Con vestiti da lutto vengono portati dei ceri e la croce (più piccola) con Gesù crocifisso.
La croce con Gesù viene posizionata su quella grande e a quel punto inizia la contemplazione (solitamente si prega e si baciano le croci).
La fase successiva è quella de S’Iscravamentu.
Si tratta di un rituale molto forte, una liturgia mista a interpretazione, dove viene messa in scena la deposizione del Cristo morto.
Secondo i testi, storicamente il compito spettò a Giuseppe di Arimatea e Nicodemo (due nobili), che vengono dunque ogni anno interpretati da due confratelli.
Questi sono vestiti con abiti da giudei ricostruiti fedelmente sulla base di come sarebbero dovuti essere secondo le testimonianze che la storia ci ha fatto arrivare.
Le altre persone della confraternita portano invece, anche in questa fase, degli abiti da lutto.
In alcuni casi in scena ci sono anche dei bimbi vestiti da angioletti.
Molto toccante la fase in cui vengono tolti i chiodi dalla croce.
Solitamente vengono fatti rimbombare nel silenzio della chiesa tre colpi di martello, vengono baciati i chiodi estratti e mostrati ai fedeli.
A questo punto Gesù viene deposto e adagiato sulla lettiga (il lettino che veniva usato per far sdraiare malati e feriti).
Intorno spesso vengono posizionati dei lumi e può seguire a questo rituale una fiaccolata esterna.
A Bortigali ad esempio questa fiaccolata coinvolge buona parte della cittadina, così durante la processione si possono vedere le case addobbate con fiori, lumi e teli.
S’Incontru (L’incontro)
L’incontro in questione è quello tra Gesù (risorto) e Maria.
Si tratta di un rituale che avviene la mattina di Pasqua, quando appunto sarebbe avvenuta la resurrezione.
Consiste nell’incontro (letteralmente) tra due processioni, una con il simulacro della madonna, l’altra con quello del Cristo Risorto.
Di solito s’incontrano arrivando da due direzioni opposte, così da risultare infine uno di fronte all’altro.
È un momento di grande importanza che segna l’inizio vero e proprio del festeggiamento della Pasqua.
Le tradizioni di cui stiamo parlando in alcuni casi sono strettamente collegate e per così dire s’intrecciano.
Immaginate ad esempio i Sepolcri di Orosei,
Gli altari delle chiese addobbati con i tipici nenneros e gli altri fiori, i rami d’ulivo e le palme.
Le persone della popolazione vanno a visitarli, così come i turisti, ma soprattutto i fedeli delle Confraternite della Santa Croce, delle Anime e del Rosario, che saranno protagonisti di due importanti processioni.
Con le caratteristiche tuniche bianche viene svolto il cosiddetto “Su Brossolu” nella giornata del Venerdì Santo, i cui protagonisti sono la Vergine Dolente e il Cristo Deposto dalla Croce.
La domenica di Pasqua avviene S’Incontru.
I Sepolcri, Su Brossulu e S’incontru, ovvero la preparazione degli altari e due processioni di grande rilievo per l’isola sono un esempio di tre tradizioni intrecciate che hanno un collegamento logico e simbolico.
Di fatto, ognuno di questi eventi è interconnesso nel cammino verso Pasqua, con un ordine logico, simbolico e temporale.
La tradizione quindi in questo caso diventa rappresentazione di tutto il percorso del Cristo, fino al momento della resurrezione.
Un percorso introduttivo che rafforza lo stesso significato del giorno di Pasqua facendone emergere l’importanza, sia a livello teorico che nelle emozioni di coloro che prendono parte ai rituali della Settimana Santa.
Cibi tipici della Pasqua Sarda
La Sardegna ha una grande tradizione culinaria regionale e la Pasqua non può non avere delle ricette tipiche.
Il Pane Coccoi
A partire dal pane, “Su Coccoi” è un prodotto molto famoso, apprezzato anche a livello nazionale.
Prima era tipico ed esclusivo della Pasqua o di altri eventi importanti, come i matrimoni, ora c’è chi lo prepara e mangia anche in giorni normali.
Si tratta di un pane a pasta dura (si usa semola di grano duro) con una crosta dorata e croccante, ha una mollica bianca molto compatta e delle forme che lo rendono caratteristico.
Gli ingredienti sono semplici ma la lavorazione richiesta è particolarmente laboriosa, così come la fase di decorazione che richiede un coltello, una rotella, delle forbici, pinzette, aghi e forchetta.
Inoltre la cottura deve avvenire nel tipico forno a legna.
Spesso, una volta che il pane è pronto, viene inserito all’interno delle sue forme un uovo intero, come simbolo di rinascita.
Ci sono anche altri tipi di pane tipici della Pasqua, come il pane “Lazzaro” e “Sa Pippia”.
Le Pardule
Non hanno bisogno di presentazioni, sono forse il dolce più conosciuto e amato tra quelli sardi e sì, originariamente erano un dolce tipico della Pasqua.
Si tratta di piccole tortine fatte con ricotta o altro formaggio (a ben vedere sulla base di questo bisognerebbe distinguere le “pardulas” dalle “casadine”).
Normalmente vengono insaporite con scorza di arancia o di limone, ma è caratteristica anche la presenza dello zafferano.
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